giovedì 14 febbraio 2013

Abu Ghraib

Molti di voi ricorderanno il terribile scandalo che venne alla luce nel 2004 in Iraq, presso la prigione centrale di Baghdad meglio conosciuta come la prigione di Abu Ghraib: diversi soldati americani torturarono e umiliarono i prigionieri iracheni detenuti e scattarono molte foto a testimonianza dei loro abusi.
Questo è un tipico esempio di come persone ritenute “normali” abbiano subito un simile cambiamento fino a diventare impressionantemente insensibili e sadiche. Tali eventi possono trovare correlazione con l'esperimento della prigione ( lo “Esperimento carcerario di Stanford”) di Zimbardo e lo stesso sociologo venne arruolato come consulente tecnico per analizzare i processi e le cause, nonché la responsabilità dello scandalo.
Tra i tanti prigionieri se ne annovera un giovane ragazzo con disturbi mentali che venne soprannominato dalle guardie il “ragazzo merda” perché costui si ricopriva di feci ogni giorno; ciò che fecero i soldati per “aiutarlo” fu di farlo rotolare nella polvere per coprirne la puzza. Perché quel ragazzo si trovava in quella prigione e non in una clinica per malattie mentali?



L'amministrazione governativa venuta a conoscenza degli abusi in tale luogo si chiese subito di chi fosse la responsabilità, chi fossero le mele marce. Il problema secondo Zimbardo è che di rado è colpa unicamente di individui con disturbi di personalità, delle mele marce, mentre la causa è da ricercare nell'ambiente e negli eventi situazionali ma soprattutto nel sistema che crea l'ambiente stesso e le regole. Il potere si trova nel sistema e per cambiare la situazione e la persona bisogna cambiare il sistema stesso.
In una relazione investigativa un Generale, George Fay, si affermò la colpevolezza del sistema e che fu l'ambiente stesso a creare Abu Ghraib.
“Se dai alle persone potere senza supervisione ottieni una ricetta per ottenere abusi.”
Come potevano i superiori di questi soldati non aver fornito loro una supervisione? Come è possibile che non venisse coperto alcun ruolo di responsabile per la prigione? Come può essere credibile che i vertici dell'esercito non fossero a conoscenza degli abusi perpetuati per ben tre mesi?
I soldati, dal canto loro, sapevano benissimo di non aver supervisori, di poter fare tutto ciò che volevano e che nessuno sarebbe venuto a controllarli.
L'esonero di responsabilità è un elemento di grande importanza nel disimpegno morale e ha contribuito in gran parte alla generazione di così tante azioni crudeli e maligne da parte dei soldati che sicuramente, prima di essere espatriati e posti a ruolo di guardie di un imponente carcere iracheno, non risultarono persone disturbate o disequilibrate.
Senza alcuna minaccia punitiva da parte del sistema e della società, il potere può corrompere inesorabilmente e trasformare un individuo normale in un mostro.

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